Le case farmaceutiche rifiutano la possibilità di poter rivedere o cancellare i contratti sull’acquisto di vaccini Covid.
Ora che l’emergenza sanitaria sembra essere arrivata ormai agli sgoccioli, l’Europa si trova con una scorta di vaccini Covid anche troppo eccessiva. Così, collettivamente, i Paesi membri hanno deciso di chiedere alla Commissione europea di rivedere quei contratti che erano stati firmati con le case farmaceutiche.
Adesso la domanda è diventata più alta dell’offerta, e la richiesta dei Paesi Ue non sembra aver ricevuto una risposta positiva. Alcuni di essi avrebbero voluto procedere persino con la cancellazione dei contratti sui vaccini Covid, ma le case farmaceutiche non hanno mostrato nessuna intenzione a rinegoziarli.
I dibattiti sui contratti
A dicembre scorso il ministro Orazio Schillaci, in sessione pubblica, aveva rivelato che, nel caso in cui un cittadino citi in giudizio una casa farmaceutica per un effetto collaterale del vaccino, gli Stati sono costretti a pagare le spese legali in cui incorrono i produttori. I contratti sono stati negoziati dalla Commissione in un momento in cui la responsabilità giuridica su questa prospettiva era uno dei punti più delicati.
Questa mancanza di trasparenza da parte della Commissione, che ha visto anche al centro di recenti critiche la presidente Ursula von der Leyen, è comunque minima rispetto al fatto che gli Stati si trovano a dover sostenere contratti piuttosto onerosi sull’acquisto dosi di vaccini in quantità (ad oggi) eccessiva.
La Commissione finora ha scoraggiato cambiamenti unilaterali delle condizioni contrattuali che sono state già approvate. Tuttavia la commissaria europea alla Salute Stella Kyriakides dichiara che “è vero che il mandato per la strategia vaccinale Ue viene in ultima analisi dagli Stati membri”.